venerdì 9 dicembre 2011

Brutto, sporco ma non cattivo









Bello, non è certo bello. Pulito, nemmeno. Extracomunitario, di età indefinibile, forse intorno ai 40. Sempre la stessa maglia a mezze maniche, in estate ed in inverno. Sempre allo stesso posto, seduto su quel muretto. Un nome comune, Mohamed.
Mohamed non è mai triste. Nemmeno quando è ubriaco fradicio. Basta un saluto con la mano e ricambia con un sorriso.
Non tornavo in quella strada da dieci mesi e Mohamed è stata la prima persona che ho rivisto. Ho parcheggiato l'auto, mi ha visto, mi è venuto incontro, attraversando pericolosamente. Voleva pagarmi il grattino! Quello che mi succede quando sono in giro, ha spesso dell'incredibile.
Gliel'ho impedito, dicendogli di fare il bravo. Si è fermato, si è girato di colpo, è diventato serio e mi ha guardato dritto negli occhi. "Tu mamma, tu lavori, io potere essere tuo figlio". Mohamed non era ubriaco. Anagraficamente, non potrei certo essere sua madre. Ma ho afferrato esattamente cosa volesse dirmi. In quell'istante il tempo, forse l'universo, si è fermato, come in una scena di Matrix. Poi ho sentito uno squarcio nel petto. Proprio qui, all'altezza del cuore. Ho guardato anch'io Mohamed e sono rimasta in silenzio. Gli ho messo la mano sinistra sulla spalla e con la destra ho cercato la sua mano e gliel’ho stretta forte, palmo contro palmo. In quell’istante mi sono sentita sua madre davvero e l’ho sentito come figlio, dentro di me, anche se non so spiegare come.
Mi sono allontanata mentre le lacrime mi scendevano a cascata partendo dal cuore. Ho sperimentato cosa intendeva Gesù quando disse: “Chi crede in me, fiumi d’acqua viva sgorgheranno dal suo petto”. Ci sono volute ore per arginare il fiume in piena ma il fiume è vita. E non si può fermare.

5 commenti:

  1. Probabilmente la maggior parte di loro sono cosi...e che noi abbiamo troppa fretta (e indifferenza) per vederli....
    mi hai commosso

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  2. Grazie Carmelita, ovviamente pur essendo una storia vera, e io personalmente ne ho vissuti altri di episodi altrettanto commoventi, è importante anche usare discernimento. Questo significa che non dobbiamo avere pregiudizi e far emergere in queste persone quello che hanno di meglio ma nello stesso tempo, viste le condizioni di disagio in cui vivono, dobbiamo pure evitare le situazioni di potenziale pericolo, tipo l'ospitarli in casa. Scrivo questo perché non so se sei una giovanissima o una persona già adulta.
    Però un sorriso, un saluto, una piccola attenzione, una parola sono già un segnale importante per rompere il muro dell'indifferenza e del pregiudizio.

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  3. Non sono cosi giovane (44 anni) e sono pienamente daccordo con te sul capire se è opportuno o meno portare a casa gente che non si conosce (siano essi bianchi, neri o gialli). Insomma la penso come te... e spesso agisco come te.... un buon Natale...

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  4. Grazie Carmelita, abbiamo più o meno la stessa età. Un abbraccio e Buon Natale anche a te.

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  5. Vieni con la tua esperienza il 3 dicembre alla Libreria Macajone. Sara' una testimonianza molto importante!

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